Imperatori illirici (268-284)
Pròbo(276-282), (lat. M. Aurelius Probus). - Imperatore romano (Sirmio 232 d. C. - ivi 282). Proclamato imperatore (276) dalle truppe in Oriente, le sue instancabili ed efficaci azioni militari contro barbari e usurpatori. Dedicò inoltre notevoli cure anche agli affari interni dal punto di vista politico, economico e religioso. Morì ucciso dai suoi soldati.
VITA E ATTIVITÀFece rapida carriera nell'esercito; ricopriva un alto comando in Oriente quando nel 276 dalle sue legioni fu proclamato imperatore contro Floriano. Egli vendicò prima di tutto la morte degli imperatori Aureliano e Tacito; liberò l'Asia Minore dai Goti assumendo il titolo di Gothicus, passò in Gallia, dove erano penetrati i Germani, e li batté sul Reno e sul Danubio respingendoli oltre il Neckar. Combatté anche con fortuna contro i Burgundi e i Vandali che avevano invaso la Rezia, e prese il titolo di Germanicus maximus. Assicurato anche il confine danubiano, soffocò in Oriente la ribellione degli Isauri. Fece uccidere dai suoi luogotenenti l'usurpatore Giulio Saturnino e liberò l'Egitto dai Blemi. Stanziò entro i confini dell'Impero Bastarni, Gepidi, Grautungi e Vandali: questi stanziamenti furono una caratteristica del suo regno, ma ebbero talora insuccesso per la violazione dei patti da parte dei barbari. Eliminò poi due usurpatori sorti in Gallia e sul Reno, Proculo e Bonoso, e un altro ignoto usurpatore in Britannia; domò un'insurrezione in Spagna. Oltre a queste azioni militari, che lo pongono tra i più valorosi difensori dell'Impero, P. dedicò notevoli cure ai mali interni: seppe mantenere un giusto equilibrio tra la sua autorità e quella del senato, al quale fece concessioni di carattere amministrativo e giudiziario, pur mirando sempre al rafforzamento del potere imperiale; prese notevoli provvedimenti per la viticoltura nella Gallia, nella Spagna, nella Britannia, nella Pannonia e nella Mesia; riorganizzò il sistema d'irrigazione in Egitto, compì a Roma la cinta muraria iniziata da Aureliano. Nessun cambiamento introdusse nell'indirizzo instaurato da Gallieno, il cui editto, che bandiva dall'esercito i senatori, rimase in pieno vigore con tutti i suoi effetti sull'amministrazione delle provincie. Nell'insieme il governo di P. contribuì efficacemente a quel processo di trasformazione dell'impero che doveva sboccare nella riforma di Diocleziano, di cui P. fu un predecessore non solo nel tempo, tanto che si è supposto perfino che spettino proprio a lui alcune modifiche nell'ordinamento provinciale, dioclezianee, come la separazione dell'Isauria dalla Cilicia. .